L’Aracnologia

Una scienza scrupolosa ma sbalorditiva!

Tempo di lettura: 5 minuti

A cura di Carlo Maria Legittimo

conferenza aracnofilia al museo di calci 2006

L’ARACNOLOGIA E L’ARACNOLOGO

l’Aracnologia è la scienza che studia ragni, scorpioni, acari che – insieme ad altri ordini meno rappresentativi – costituiscono la classe Arachnida.
E’ una scienza poliedrica, i cui interessi spaziano dalla zoologia pura alla biologia, alla paleontologia e la zoogeografia, dalla medicina umana e veterinaria alla farmacologia, dalla botanica all’agricoltura, dall’ecologia all’etologia: non vi è campo delle Scienze Naturali che non sia correlato con gli studi condotti dall’aracnologo.

La professione dell’aracnologo, come quella dell’entomologo, è da sempre leggendaria e allo stesso tempo poco compresa. Passando dalle serie televisive ai romanzi, questi naturalisti sono sempre personaggi particolari, guardati con ammirazione e anche con un certo sospetto. L’interesse per esseri così alieni e poco considerati dal grande pubblico rende lo studio aracnologico un’attività molto di nicchia e poco diffusa.

Il lavoro dell’aracnologo può essere riassunto con una parola: scrupoloso. E’ infatti necessaria notevole attenzione e precisione per raffrontare i minuti caratteri morfologici che distinguono le famiglie, i generi e le specie, e approfondire così gli studi di tipo fisiologico e eco-etologico sulla vasta aracnofauna esistente. Soltanto con molta esperienza sul campo, nei campionamenti e nell’osservazione degli esemplari allo stereomicroscopio si potrà acquisire una buona familiarità con la sistematica di questa classe. Ma il lavoro dell’aracnologo non è solo questo.

IN COSA CONSISTE L’ARACNOLOGIA?

  • studiare e classificare i campioni raccolti o collezionati, descrivere nuove specie, rivedere la sistematica dei gruppi tassonomici; 
  • studiare la distribuzione delle specie e il loro ambiente di vita, il comportamento e la loro evoluzione;
  • studiare e investigare il rapporto tra gli aracnidi e l’uomo, particolarmente negli ambiti della medicina umana, veterinaria o nell’agricoltura; 
  • lavorare nei musei di scienze naturali, dedicandosi alla conservazione e aggiornamento delle collezioni aracnologiche;
  • insegnare nelle università, svolgere e promuovere attività tese a diffondere la cultura scientifica e aracnologica nelle scuole e nei centri di ricerca.

QUALI STRUMENTI USA L’ARACNOLOGO?

  • stereomicroscopio: per l’osservazione ingrandita (10-100x) dei caratteri morfologici che differenziano le varie specie;
  • strumentazione ad alta tecnologia: come il SEM (microscopio elettronico a scansione) e tecniche molecolari per l’analisi del genoma;
  • provette: recipienti cilindrici di vetro o plastica, di piccolo diametro (0,5-1 cm), ripiene di soluzione alcolica (gradazione 70-80%) in cui vengono conservati gli esemplari raccolti e studiati; 
  • soluzioni diafanizzanti: utili nell’osservazione morfologica a rendere trasparenti tessuti che coprono i caratteri distintivi;
  • raccolta bibliografica di testi e articoli: di fondamentale importanza per accedere a tutte le pubblicazioni scientifiche sugli animali che si vogliono studiare;
  • terrario: impianto per l’allevamento di esemplari vivi utile per seguire in laboratorio il loro intero ciclo vitale e per osservare comportamenti particolarmente difficili da notare in natura.

LA RICERCA ARACNOLOGICA SUL CAMPO

L’attività dell’aracnologo non si svolge però unicamente in la- boratorio: buona parte dei suoi studi è condotta sul campo, ricercando gli aracnidi nel loro ambiente naturale. La cattura di Ragni e Scorpioni può essere eseguita a vista di giorno o di notte sollevando pietre, tronchi abbattuti, o cercando nelle fessure delle cortecce degli alberi. Piccoli aracnidi come gli Acari o gli Pseudoscorpioni sono cercati vagliando con un setaccio il terreno o le foglie morte che lo ricoprono. Il retino da sfalcio è utilizzato poi per tutti i ragni che vivono nell’erba alta o tra le fronde dei cespugli. Una volta individuati, gli esemplari vengono catturati con un piccolo aspiratore o dei contenitori di varia fattura che ne garantiscano la conservazione nell’attesa di poterli studiare. Il sistema di campionamento più usato è comunque quello delle trappole a caduta: contenitori cilindrici interrati fino all’orlo dentro il quale cadono gli Aracnidi erranti sul terreno. Queste vengono posizionate nell’area da studiare e controllate periodicamente per raccogliere gli esemplari intrappolati.

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