Famiglie Italiane

Alla scoperta delle numerose famiglie di Ragni presenti sul nostro territorio.

Tempo di lettura: 24 minuti

A cura di Alessandro Kulczycki

Con la collaborazione di Carlo Maria Legittimo

Primo piano di Eresus moravicus

L’araneofauna italiana

L’Italia è un patrimonio naturalistico senza eguali. A livello europeo, è infatti uno dei paesi più ricchi di biodiversità in assoluto, sia a livello floristico che faunistico. Le cause di questa simile ricchezza sono molteplici, ma generalmente riconducibili all’estrema complessità sia climatica che ambientale del territorio, nonché alla sua particolare storia geologica che la vide in gran parte esclusa dalle glaciazioni del Pleistocene che coinvolsero l’Europa. La penisola italiana, dalla sua forma inconfondibile, si presenta infatti con molteplici aree climatiche ben distinte e fortemente diverse fra loro. Viaggiando da nord a sud, possiamo trovare i climi nivali dell’arco alpino, i climi temperato freschi ed umidi dei grandi territori pianeggianti del centro-nord ed i climi tipicamente mediterranei delle coste centromeridionali e delle isole, che in alcune aree dell’estremo sud insulare, diventano quasi predesertici. Al contempo, il territorio italiano si presenta a livello ambientale estremamente diversificato ed eterogeneo. Si tratta di un territorio scarsamente pianeggiante ma con forte sviluppo verticale da nord a sud, in cui gli ambienti naturali si sviluppano per lo più lungo grandi e complesse catene montuose (come quelle alpine ed appenniniche) ed in generale su vasti sistemi collinari. Una simile geografia complessa e disomogenea, con ambienti adiacenti ma isolati sia climaticamente che fisicamente, favorisce la proliferazione di microambienti e nicchie ecologiche molto diverse che nel tempo hanno permesso all’Italia di raggiungere livelli generali di biodiversità e di endemismi estremamente elevati.

Non deve sorprendere, quindi, come l’araneofauna italiana sia la più ricca a livello europeo, con le sue 53 famiglie rappresentate da 434 generi e circa 1670 specie (Pantini & Isaia 2019, www.aranea.it). All’interno di questo grande numero, possiamo trovare specie tipiche delle aree centro-settentrionali europee, specie tipiche del bacino mediterraneo e del Nordafrica, ed infine una importante componente di specie endemiche sia insulare che legata a particolari ambienti peninsulari (come gli isolati ecosistemi alpini o i complessi ed estesi ambienti cavernicoli). Il seguente quadro prospettico può dare un’idea dell’ampia varietà di ragni che possono essere incontrati in Italia oltre ad evidenziare i loro rapporti di parentela.

Albero filogenetico delle famiglie italiane.

Albero filogenetico ragni famiglie italiane

Elaborazione basata su Jocqué, R. and A. S. Dippenaar-Schoeman 2006. Spider Families of the World. Tervuren, Musée Royal de l’Afrique Central.

* I rapporti di parentela tra queste famiglie sono ancora oggi oggetto di studio tanto da non poterle organizzare secondo un ordine di vicinanza sicuro.

In questo articolo si potranno trovare brevi descrizioni delle famiglie italiane più rappresentative, facilmente identificabili anche grazie alle miniature affiancate. Per ognuna di queste si potranno trovare informazioni più precise e dettagliate, oltre che alla chiave dei generi, nelle relative pagine dedicate.

Atypidae

Atypidae atypus.Sono ragni molto primitivi, scuri e di piccole-medie dimensioni (7-15 mm), caratterizzati da cheliceri enormi, lunghi quasi la metà della loro lunghezza totale. Questa caratteristica, ancora più accentuata nei maschi, è dovuta alla peculiare tecnica di caccia. Vivono infatti all’interno di una lunga tana sericea a forma di calzino, una cui estremità si protende nel sottosuolo sotto forma di lungo cunicolo sotterraneo, mentre l’altra rimane adagiata in superficie, mimetizzata tra il fogliame ed il detrito. Le prede che andranno incautamente a stazionare sulla parte emersa del sacco verranno rapidamente immobilizzate e predate dall’interno grazie, appunto, ai forti e lunghissimi cheliceri. Nonostante l’aspetto poco rassicurante però sono assolutamente innocui per l’uomo. In Italia sono presenti soltanto 3 specie appartenenti al genere Atypus, e sono molto rari da trovare sia per la distribuzione non omogenea che per lo stile di vita molto schivo.

Ctenizidae

Ctenizidae CtenizaRagni migalomorfi di grandi dimensioni (15-30 mm), caratterizzati da una struttura corporea tozza e robusta. Sono solo due le specie presenti sul territorio italiano diffuse principalmente sulle isole e nel meridione, entrambe appartenenti al genere Cteniza. Sono tra di loro pressoché indistinguibili, con arti e prosoma neri e lucidi, ed un opistosoma vellutato di tonalità più chiara. Si tratta di ragni fossori con abitudini prevalentemente notturne. Vivono all’interno di caratteristiche tane tubolari verticali la cui apertura è chiusa da un opercolo che ben sigilla l’ingresso. Nelle ore serali il ragno si sposta verso l’ingresso della tana, sollevando leggermente l’opercolo, e li attende il passaggio in superficie di ignari artropodi terricoli. La presenza delle prede viene avvertita esclusivamente tramite le vibrazioni che esse producono e l’azione predatoria è spesso fulminea e quasi impercepibile. Le femmine sono rare da vedere, e questo è dovuto sia al loro stile di vita molto schivo sia, e soprattutto, all’aspetto perfettamente mimetico delle loro tane pressoché invisibili se osservate dall’esterno durante il giorno quando l’opercolo è chiuso. Diverso, invece, il discorso per i maschi erranti in cerca di femmine che, in particolar modo sulle isole e soprattutto nel periodo compreso tra fine estate ed autunno, possono essere incontrati con maggior frequenza.

Nemesiidae

Nemesiidae BrachythelePiccola famiglia di ragni migalomorfi di medie-grandi dimensioni (12-26 mm) molto simili in termini etologici agli Ctenizidae. Si tratta, quindi, di specie sedentarie e fossorie che vivono all’interno di tane verticali scavate nel terreno ed occluse in superficie da un opercolo. A differenza di quello spesso e robusto degli Ctenizidae, nei Nemesiidae questo è costituito da un semplice lembo sottile e flessibile. Sono circa una ventina le specie segnalate sul nostro territorio, tutte appartenenti al genere Nemesia. Sono diffuse sia sulla penisola dal nord al sud, sia su entrambe le isole maggiori, ed in entrambi casi si presentano con vari endemismi esclusivamente italiani. Essendo migalomorfi sono ragni dall’aspetto tozzo e robusto ma, presentando una livrea consistente in varie tonalità di marrone e avendo un aspetto peloso e vellutato e non lucido, sono facilmente distinguibili dalla precedente famiglia affine. Sono soliti frequentare aree boschive dove possono risultare anche molto abbondanti ma, a causa del loro stile di vita molto schivo, sono da considerarsi generalmente ragni rari da avvistare.

Filistatidae

Filistatidae Filistata insidiatrixA questa famiglia appartengono alcuni dei ragni più diffusi nelle nostre città, perfettamente adattati a vivere in ambienti urbani nonostante il caos e lo smog. Due generi e cinque specie completano attualmente la variabilità sul territorio italiano. Filistata insidiatrix, di medie dimensioni (7-14mm) costruisce la propria tana in anfratti o fessure nelle mura degli edifici, palazzi ed altre strutture artificiali, in particolar modo se munite di pareti porose ed irregolari. Tesse una tela tubolare dalla quale protendono a raggiera fili di tela cribellati altamente catturanti ed utilizzati per immobilizzare le prede. La colorazione, uniforme, presenta tonalità variabili di marrone e caratteristico risulta il pattern scuro nella zona cefalica. Il genere Pritha invece, di dimensioni decisamente piccole (2-5mm), è presente sul territorio italiano con 4 specie, due delle quali descritte recentemente proprio da Aracnofilia. Si tratta generalmente di piccoli ragni scuri, con una colorazione più eterogenea tra prosoma, arti ed opistosoma ed un pattern addominale sempre presente, che può presentarsi lanceolato, a spina di pesce o come singola macchia chiara a seconda della specie. Tutte e quattro costruiscono dei ripari di seta molto meno appariscenti e strutturati rispetto a quelli della alla cugina più grande, più simili ad accumuli di polvere o detrito che a una vera e propria ragnatela. In questo groviglio di tela cribellata rimangono invischiati piccoli insetti come formiche, coleotteri e ditteri.

Sicariidae

Sicariidae Loxosceles rufescens ragno violinoUna delle poche famiglie, a livello mondiale, ad essere giustamente considerata pericolosa per l’uomo, in Italia è rappresentata da un singolo genere monospecifico. Loxosceles rufescens è un ragno di dimensioni medio-piccole (6-11mm) ampiamente diffuso sul nostro territorio, sia a livello insulare che peninsulare. Corpo ed arti si presentano in varie tonalità di marrone, e negli esemplari adulti è tipica la presenza di un disegno più scuro a forma di violino nell’area cefalica del prosoma. Di notevole rilevanza diagnostica, oltre al marchio prosomiale, è la disposizione oculare formata da sei occhi divisi in tre diadi e la postura di risposo fortemente laterigrada. Si tratta di una specie con forti tendenze sinantrope, facile da rinvenire all’interno delle abitazioni soprattutto al centro nord, anche nelle grandi città. Nel meridione e sulle isole è comune rinvenirla anche in ambienti naturali, sotto sassi e pietre in ambienti prativi e xerici. Si tratta di una delle sole due specie pericolose di ragno presenti in Italia. Gli effetti del morso variano notevolmente da lievi pruriti nelle forme più leggere a necrosi di lenta guarigione nelle forme più gravi ma decisamente più rare. Qui un nostro approfondimento sul “ragno violino

Scytodidae

Scytodidae Scytodes thoracicaSi tratta di una piccola famiglia di ragni dalle proprietà estremamente caratteristiche ed esclusive. Presentano una corporatura esile con zampe sottili, un aspetto pressoché glabro ed un addome sferico. Il prosoma, invece, ha una forma diagnostica ed appare fortemente bombato verso l’alto. Le ghiandole velenifere al suo interno sono modificate, di grandi dimensioni e divise in due compartimenti. In uno di questi viene sintetizzata una sostanza collosa e densa molto diversa in consistenza dal normale veleno liquido prodotto nel settore adiacente. Una volta localizzata la preda, il ragno utilizza questa sostanza per incollare la preda al substrato, schizzandola a distanza ravvicinata con grande precisione da piccoli fori posti sui cheliceri. Sono tre le specie presenti in Italia, tutte appartenenti al genere Scytodes e di dimensioni medio-piccole a seconda della specie (3-10mm). Scytodes thoracica, di gran lunga la più frequente, presenta una livrea leopardata, chiara e cosparsa da disegni scuri ed è comune su tutto il territorio italiano. È rinvenibile sia sotto pietre e cortecce in ambienti naturali, ma soprattutto all’interno di case e edifici negli ambienti urbani. Scytodes velutina invece, di colore scuro e decisamente più piccola, si rinviene principalmente all’esterno in ambienti sassosi e solo nell’Italia centromeridionale ed insulare. Scytodes univittata, la più grande delle tre, è una specie recentemente introdotta in Italia, e distinguibile dalle altre per le dimensioni superiori e la colorazione generale: prosoma ed arti tendenti all’arancione cosparsi da disegni più scuri e un addome color crema e leopardato. È prettamente sinantropica e rinvenibile solo all’interno delle abitazioni, ma è attualmente limitata solo a determinate aree e città del centro-sud e delle isole.

Pholcidae

Pholcidae Pholcus phalangoidesQuesta famiglia è rappresentata in Italia da sette specie divise in cinque generi. Sono ragni dall’aspetto molto caratteristico, di dimensioni generalmente medio-piccole (2-10mm) e dalla corporatura esile e fragile. Il prosoma è fortemente arrotondato, gli arti sottili e molto allungati mentre l’addome è di forma variabile. Costruiscono un intreccio di fili irregolari generalmente in luoghi bui, ombrosi e riparati. Fanno eccezione Holocnemus pluchei che costruisce la sua tela campaniforme all’aperto, spesso in ambienti xerici e assolati, anche litorali, e le due specie di Spermophorides, rinvenibili principalmente sotto pietre in ambienti naturali. I restanti generi si incontrano sia in ambienti naturali bui ed ombrosi come sistemi cavernicoli e pareti rocciose, ma soprattutto negli ambienti urbani, dentro e fuori dalle abitazioni. Pholcus phalangioides, oggi diffuso in tutto il mondo, è probabilmente il più classico e comune ragno casalingo, con un aspetto inconfondibile costituito da un corpo affusolato color crema e da lunghe e sottilissime zampe. Predano un’ampia gamma di artropodi diversi e, nonostante la corporatura fragile, sono in grado di sopraffare prede di dimensioni e peso decisamente superiore. Spermophora senoculata e Psilochorus simoni, fortemente sinantrope anche loro, si distinguono dalla precedente grazie alla loro dimensione decisamente minuta e alla forma dell’addome non allungata ma sferica.

Segestriidae

Segestriidae Segestria florentinaPiccola famiglia di ragni di dimensioni variabili (6-22mm) rappresentata in Italia da cinque specie e due generi. Tutte presentano una corporatura generale affusolata, con prosoma allungato e cheliceri evidenti ed un opistosoma fragile e di forma ovoidale. La colorazione varia tra le specie, ma di notevole rilevanza diagnostica per tutte è la disposizione delle zampe che si presenta con anche il terzo paio, in aggiunta ai normali primi due, orientato anteriormente. Questi ragni vivono all’interno di strette tane tubolari dal cui ingresso dipartono a raggiera un numero variabile di lunghi ma visibili fili di tela. La funzione di questi è quella di consentire al ragno di captare il passaggio delle prede, che vengono prontamente catturate e trascinante all’interno. Le tre specie appartenenti al genere Segestria sono ampiamente diffuse su tutto il territorio e frequentano sia ambienti naturali che urbani. Sono solite costruire le proprie tane orizzontali negli anfratti di pareti, mura e tronchi. Le due specie del genere Ariadna, più rare da incontrare, si rinvengono generalmente lungo le scogliere e sulle pareti rocciose negli ambienti litorali.

Dysderidae

Dysderidae DysderaSi tratta di una famiglia tipicamente mediterranea che in Europa raggiunge i massimi di biodiversità proprio in Italia. Sono più di 80 le specie, divise in 10 generi, presenti sul territorio italiano, e tra queste sono numerosi gli endemismi sia insulari che peninsulari. Si tratta di ragni di dimensioni variabili (3-15 mm) caratterizzati da una struttura corporea primitiva e dall’aspetto pressoché glabro. L’opistosoma, di forma ovoidale, appare fragile e, in genere, di color grigio-crema. Arti e prosoma sono invece ben sclerotizzati e caratterizzati da tonalità più calde, che possono variare dal rosso più acceso a quello tendente al marrone scuro. Sono predatori erranti e terricoli, rinvenibili all’interno di un’ampia gamma di ambienti diversi quali boschi mesofili, prati xerici, pascoli montani e sistemi cavernicoli. Peculiarità diagnostica del genere Dysdera è la presenza di grandi cheliceri fortemente prognati, che consentono a questi ragni di predare con regolare frequenza i coriacei isopodi, crostacei terrestri da un esoscheletro difficilmente penetrabile ma che costituiscono prede comuni per questo genere.

Eresidae

Eresidae Eresus moravicusSono attualmente solo cinque le specie e due i generi di Eresidae segnalati per il territorio italiano. Si tratta di ragni di dimensioni variabili (8-40mm), di corporatura molto robusta e dall’aspetto vellutato. Gli arti son tozzi e con segmentazione evidente mentre il prosoma è squadrato e con cheliceri corti ma potenti. Il genere Eresus, poco comune ma diffuso su tutto il territorio, presenta abitudini prettamente terricole. Questi ragni vivono all’interno di tane tubolari scavate nel terreno che si protendono in superficie con un tendone di tela cribellata. Sono ragni potenti ma lenti e si nutrono perlopiù di prede terricole con caratteristiche simili, come isopodi ed ortotteri ma soprattutto coleotteri. Caratteristica peculiare di questo genere è l’estremo dimorfismo sessuale che si presenta sia in termini di colorazione che di dimensione. Le femmine sono grandi e prevalentemente nere mentre i maschi, di dimensioni decisamente inferiori, hanno addome arancione con macchie nere e disegni bianchi sugli arti. Stegodyphus lineatus, di colore grigiastro e presente solo in Sicilia, presenta invece abitudini arboricole e tesse reti cribellate tra la vegetazione medio-bassa della macchia mediterranea.

Oecobiidae

Oecobiidae Oecobius navusUna delle famiglie italiane più piccole, che da noi conta solo quattro specie e due generi molto diversi in dimensioni e colorazione ma simili in struttura corporea e metodo di caccia. Il prosoma è fortemente arrotondato, gli occhi sono raggruppati nella zona apicale e le zampe sono disposte a raggiera attorno al corpo. Le tre specie appartenenti al genere Oecobius sono mediamente molto piccole (1,5-3 mm) e di color grigio-crema. Tessono caratteristiche tele stellate, spesso su pareti e muri, sotto le quali restano in attesa del passaggio di una preda. Molto comuni nell’ambiente urbano e particolarmente in ambiente domestico, si possono rinvenire anche fuori dai centri abitati, soprattutto sotto pietre in ambienti prativi. Uroctea durandi, decisamente più grande (6-16 mm), frequenta perlopiù ambienti naturali, preferibilmente xerici e sassosi. Qui può essere rinvenuta sotto rocce e pietre all’interno della propria ragnatela, ancora una volta di forma tipicamente stellata. Presenta una livrea estremamente caratteristica, di colore molto scuro su tutto il corpo ma con cinque macchie gialle sul dorso dell’opistosoma.

Uloboridae

Uloboridae Uloborus plumipesRagni di piccole dimensioni (3-8mm) e dalla postura molto peculiare, sono caratterizzati da un addome ingrossato, gibboso, e zampe anteriori molto allungate. Elemento di rilievo, riscontrabile solo in questa famiglia, è l’assenza di ghiandole velenifere. La loro tecnica di caccia si avvale della funzionalità della loro tela cribellata: una volta intrappolate, le prede vengono rapidamente avvolte ed immobilizzate con grandi quantità di seta. In Italia sono presenti 3 generi e complessivamente 5 specie. Uloborus costruisce classiche ragnatele orbicolari di piccola dimensione e con orientamento orizzontale, mentre Hyptiotes crea una tela di forma triangolare, allungata, al vertice del quale si apposta in attesa di piombare sulla preda. Polenecia producta, rinvenibile solo in Sardegna, tesse una tela orbicolare modificata e caratteristica, con la componente elicoidale fortemente ridotta ad una piccola spirale centrale, e una serie di lunghi radi che dipartono dal centro e si attaccano alla vegetazione circostante. Sono ragni facilmente rinvenibili su piccoli arbusti o su alberi sempreverdi. Uloborus plumipes, specie con un’ampia distribuzione a livello mondiale, è estremamente frequente nelle serre dove trova condizioni climatiche ottimali e abbondanza di risorse trofiche.

Araneidae

Araneidae Argiope bruennichiRagni di dimensioni molto variabili (3-30mm), caratterizzati da addome voluminoso e zampe con vistosa spinazione. In Italia sono presenti 61 specie raccolte in 21 generi e sono diffuse su tutto il territorio. Molte specie presentano livree colorate ed appariscenti con pattern facilmente riconoscibili, mentre altre hanno tonalità più scure ed omogenee. Sono i ragni che costruiscono la classica tela orbicolare che tutti conosciamo, spesso di grande dimensione, costituita da una serie di lunghi raggi che si dipartono a raggiera dal centro ed una componente catturante a spirale circolare. Molte specie sostano in attesa di una preda proprio al centro della tela, nascondendosi nei periodi di inattività giornaliera in rifugi sericei laterali costruiti tra la vegetazione adiacente. Le tele orbicolari di questa famiglia, pur mantenendo strutture simili, sono diverse da genere a genere tanto da risultare utili per l’identificazione. Grazie anche alla grande capacità di dispersione tramite ballooning, queste specie hanno popolato habitat molto diversi. Li si può infatti trovare sia in zone urbane che in ambienti naturali, in aree aride e di bassa quota, in zone costiere, in zone paludose, e ancora in zone montane e umide. Due delle specie piu comuni sul nostro territorio, soprattutto durante il periodo estivo, appartengono a questa famiglia: Araneus diadematus, con livrea marrone ma facilmente riconoscibile dalla croce bianca sul dorso dell’opistosoma, ed Argiope bruennichi, grosso ragno dalla livrea aposematica addominale estremamente caratteristica, costituita da bande nere, gialle e bianche.  

Tetragnathidae

Tetragnathidae TetragnathaVenti specie divise in 4 generi, molto variabili sia in termini morfologici che ecologici, completano la variabilità italiana di questa famiglia. Si tratta per lo più di ragni tessitori di dimensioni variabili (3-17mm), che costruiscono tele orbicolare, simili a quelle degli Araneidae, in un’ampia gamma di ambienti diversi. Il genere Tetragnatha presenta una corporatura fortemente allungata, e tesse le sue orbitele tipicamente orizzontali in ambienti umidi e paludosi, soprattutto tra la vegetazione ripariale lungo le rive di fiumi e torrenti. Metellina si può rinvenire su orbitele verticali in svariate tipologie ambientali diverse, e frequenta soprattutto la vegetazione medio-bassa degli ambienti prativi e dei margini boschivi soleggiati. Le due grandi specie del genere Meta costruiscono tele orbicolari fortemente ridotte principalmente all’interno dei sistemi cavernicoli, ma anche in altri ambienti bui ed umidi come gallerie ferroviarie e sotterranee. Infine, vi è il genere Pachygnatha che, dopo un periodo giovanile trascorso da tessitore su piccole tele orbicolari, assume uno stile di vita da cacciatore errante una volta raggiunto lo stadio adulto.

Theridiidae

Theridiidae Steatoda paykullianaTra le principali a livello globale, questa famiglia si presenta in Italia con 114 specie divise in 34 generi diversi, ampiamente diffuse su tutto il territorio italiano. Si tratta di ragni di dimensioni medio-piccole (1-15mm), in genere caratterizzati da un prosoma piccolo ed un addome dall’aspetto globoso od ovoidale. Sono ragni tessitori che vivono e cacciano mediante tele tridimensionali la cui struttura generale, nonché il grado di apparente disordine, varia notevolmente tra i diversi generi. Si possono rinvenire in numerosi ambienti diversi sia a livello terricolo che a livello arboricolo. Le tele possono essere costruite tra la lettiera nel sottobosco, sotto sassi o sulla vegetazione medio-bassa negli ambienti prativi o tra il fogliame delle specie arboree lungo i margini boschivi. La tipologia di preda ovviamente varia in base all’ambiente, ma sono abili cacciatori in grado di catturare anche prede di notevoli dimensioni. Alcune specie, soprattutto tra il genere Steatoda, presentano forti tendenze sinantrope e sono tra i ragni più comuni nell’ambiente urbano, sia dentro che fuori dalle abitazioni. Appartiene a questa famiglia Latrodectus tredecimguttatus, ovvero la vedova nera mediterranea. Dall’aspetto estremamente caratteristico e dalla distribuzione limitata, frequenta pascoli xerici e sassosi nel centro-sud Italia, lontano dalle aree urbane. Si tratta di uno dei due ragni italiani il cui morso è ritenuto realmente pericoloso per l’uomo.

Gnaphosidae

Gnaphosidae ZelotesCon 163 specie divise in 31 generi, si tratta di una delle famiglie più ricche presenti sul territorio italiano. Sono ragni di colorazione e dimensione molto variabile (3-20mm) ma che presentano una morfologia generale simile. È caratteristica la presenza di evidenti filiere posteriori cilindriche le quali hanno importanza diagnostica nell’identificazione di questa famiglia. Frequentano un enorme quantità di habitat diversi, dai pascoli alpini agli ambienti litorali, dalle aree boschive a quelle prative e si possono rinvenire sia a livello arboricolo che a livello terricolo. Alcune specie poi si possono trovare con maggior frequenza anche nelle aree urbanizzate. Sono abili cacciatori, perlopiù notturni, con stile di vita prettamente errante. La maggior parte è in grado di cacciare un’ampia gamma di prede diverse pur esistendo, per alcune specie mirmecofaghe o araneofaghe, un evidente grado di specializzazione più o meno marcato a seconda del genere. L’uso della tela è limitato alla costruzione dei rifugi provvisori e degli ovisacchi.

Salticidae

Salticidae Cyrba algerina maschioComunemente chiamati “ragni saltatori”, sono di piccole-medie dimensioni (2-13 mm), molto vivaci e il loro nome richiama la loro caratteristica più peculiare: il salto. Questi ragni infatti, per spostarsi rapidamente e soprattutto per cacciare preferiscono effettuare lunghi balzi anziché correre. Ragni dalla vista eccellente, la migliore nel mondo degli Aracnidi, utilizzano questa ulteriore peculiarità, sia per cacciare che per il corteggiamento nuziale. Sono prettamente diurni e li si può trovare sia in campagna che in città, solitamente su arbusti, rocce e muri assolati. Non fanno uso di grosse quantità di seta, infatti viene utilizzata solo per costruire ripari temporanei per la notte, e per la costruzione del nido dove vengono deposte le uova. La loro famiglia è numerosissima, la più grande a livello mondiale, ed in Italia possiamo contare 144 specie distribuite in 41 generi. Cacciano prevalentemente ditteri e piccoli lepidotteri, ed il loro metodo di caccia, basato su input visivi e sull’agguato, ricorda quello tipico dei felini.

Sparassidae

Sparassidae Micrommata virescensTipica soprattutto della fascia tropicale e subtropicale, dove raggiunge il suo picco di massima diversità con innumerevoli specie di grandi dimensioni, in Italia questa famiglia è rappresentata da soli due generi e quattro specie di media grandezza (8-17 mm). Sono ragni erranti agili e rapidi, abilissimi cacciatori perfettamente in grado di scalare anche le superfici più lisce. Utilizzano le loro notevoli capacità locomotorie e sensoriali per cacciare un’ampia gamma di prede. Olios argelasius è un ragno arboricolo e notturno, caratterizzato da una livrea tendente all’arancione, e comune nella maggior parte dei biotopi boschivi mediterranei. Le tre specie appartenenti al genere Micrommata sono invece tipiche della vegetazione arbustiva ed erbosa medio bassa. Sono caratterizzate da una livrea completamente verde che le rende spesso difficili da distinguere dalla vegetazione circostante.

Philodromidae

Philodromidae Philodromus margaritatus.Sono circa 41 le specie e 5 i generi attualmente segnalati per l’Italia. Si tratta di agili predatori di dimensioni medio-piccole (3-12mm), comuni e diffusi su tutto il territorio italiano in diverse tipologie ambientali. Le specie appartenenti al genere Philodromus, Pulchellodromus e Rhysodromus sono prevalentemente arboricole e di corporatura laterigrada simile a quella degli Sparassidae. Si possono rinvenire in gran numero sulla vegetazione e lungo i margini boschivi, o all’interno di questi sui tronchi delle grandi specie arboree. Thanatus, pur avendo morfologia simile, comprende specie terricole diffuse principalmente in ambienti xerici sia litorali che interni. Tibellus invece si presenta con una corporatura fortemente allungata che utilizza per mimetizzarsi stazionando sulle graminacee, e si rinviene in ambienti prativi sia interni che litorali e retrodunali.

Thomisidae

Thomisidae Xysticus kochiL’aspetto di un Thomisidae ricorda molto quello di un granchio a causa delle zampe anteriori più massicce delle altre e la loro capacità di muoversi lateralmente. L’addome è di forma generalmente triangolare o sferica e hanno dimensioni medio piccole (3-13mm). Sono animali molto comuni (77 specie in 17 generi) e li si rinviene con una certa facilità a livello del suolo in tutti gli ambienti, nel sottobosco, o sulle infiorescenze e tra le erbe. Alcuni generi hanno livree scure, molto mimetiche e variabili anche all’interno della stessa specie. Altri generi mostrano invece colorazioni vistose e accese, utili per mimetizzarsi sui fiori degli stessi colori. Caratteristica peculiare di alcune specie (Thomisus onustus, Misumena vatia) è la capacità, insolita nell’araneofauna, di cambiare la propria colorazione adattandola al fiore che li ospita. Per loro è fondamentale essere mimetici in quanto utilizzano una tecnica di caccia che non fa uso di tele o scatti fulminei: generalmente si appostano in agguato, immobili, pronti a ghermire insetti impollinatori come api e lepidotteri ignari.

Agelenidae

Agelenidae Agelena labyrinthicaÈ una famiglia numerosa che conta in Italia 65 specie raggruppate in 14 generi, di cui alcuni come Tegenaria ed Agelena sono molto frequenti ovunque. Non hanno colori accesi e la maggior parte presenta un pattern addominale a spina di pesce più o meno marcato. Possiedono zampe allungate ed esili, filiere lunghe e sviluppate e hanno dimensioni variabili dai 4-5mm delle specie più piccole ai 20mm di corpo delle più grandi. Costruiscono ragnatele “a drappo” molto caratteristiche, costituite da un rifugio di forma tubolare nel quale staziona il ragno e un fitto ed ampio lenzuolo orizzontale, più o meno esteso a seconda della specie. Sono soliti catturare un ampio spettro di prede diverse, che, cadendo accidentalmente sul grande lenzuolo, vengono dapprima rincorse dal velocissimo ragno in agguato e poi trascinate nel rifugio tubolare dove verranno da esso consumate. Si possono trovare facilmente sia nelle abitazioni che in zone erbose e arbustive nonché in spelonche rocciose e grotte o nel sottobosco. Tegenaria parietina, la specie più grande di questa famiglia e comune sul tutto il nostro territorio, è al contempo uno dei ragni italiani più grandi. I maschi in particolare, grazie alle loro lunghissime ed esili zampe, possono raggiungere i 14 cm di lunghezza totale. Nonostante le dimensioni e l’aspetto imponente è un ragno del tutto innocuo, poco mordace e dal veleno molto blando.

Dictynidae

Dictynidae NygmaRagni di medio-piccole dimensioni (1.5-15mm) presenti in Italia con 27 specie e 13 generi diversi. La livrea e la colorazione varia notevolmente: dalle tonalità verdi tipiche del genere Nigma, a quelle scure con disegni chiari di Dictyna fino a quelle lucide ed omogenee di color marrone di Argyroneta aquatica. Frequentano un ampio spettro di tipologie ambientali diverse, tra cui aree boschive e prative, litorali ed intertidali, diverse specie presentano forti tendenze sinantrope mentre una specie vive addirittura sott’acqua. La maggior parte presenta abitudini arboricole e la struttura della tela varia da un intreccio caotico di fili cribellati costruito all’apice di specie arbustive ed erbacee (nel caso di Dictyna e Brigittea) a una sottile lamina tessuta sulla superficie concava delle foglie di arbusti ed alberi (come in Nigma). Vari altri generi (tra cui Lathys) frequentano, invece, l’ambiente terricolo e si possono rinvenire sia in aree prative che nella lettiera del sottobosco. Degna di nota è Dictyna civica, tra le più frequenti specie urbane, molto comune sui muri esterni delle case dove è in grado di aggregarsi in colonie numerosissime che possono rivestire di piccole tele polverose interi palazzi. Infine, impossibile non parlare di Argyroneta aquatica, un ragno unico a livello mondiale per abitudini ed ecologia. Si tratta infatti dell’unica specie di ragno al mondo che trascorre il suo intero ciclo vitale sott’acqua. Frequenta laghi, stagni, paludi e corsi d’acqua a lento scorrimento, quindi ambienti di acqua dolce, calmi e ricchi di vegetazione aquatica. Costruisce una tipica tela campaniforme tra la vegetazione sommersa. Utilizzando la sua fitta peluria addominale, trasporta al interno di questa ‘campana’ piccole quantità d’aria che, intrappolandosi ed accumulandosi nel tempo, creano una vera e propria bolla di ossigeno. Questa bolla permette al ragno di rimanere per lunghissimo tempo sott’acqua, ed avere uno spazio sicuro in cui respirare, stazionare, mutare, accoppiarsi e consumare le proprie prede. Abilissimo nel nuoto, caccia un ampio gamma di artropodi acquatici.

Amaurobiidae

Amaurobiidae Amaurobius feroxRagni di media grandezza (5-16mm) generalmente tipici di ambienti umidi ed ombrosi.  Solo alcune delle circa 13 specie italiane frequentano ambienti più caldi e xerici. Caratteristica peculiare è la loro tela tubolare, azzurrastra, costituita da un intreccio irregolare di fili cribellati simili ad ovatta.  Viene costruita negli anfratti di pareti rocciose, nella corteccia degli alberi o a livello del suolo, sotto pietre e tronchi o tra la lettiera. Si nutrono perlopiù di prede lente e tipiche di ambienti umidi, quali coleotteri, miriapodi ed isopodi. Sono ragni dall’ aspetto tozzo e vellutato che presentano generalmente prosoma ed arti con colorazione bruna o rossastra e addome più verdastro. Quest’ultimo è spesso decorato da disegni o macchie più chiare che formano pattern tipici per ogni specie. Le femmine di questa famiglia muoiono poco dopo la schiusa dell’ovisacco, donando alla prole il proprio corpo come prima fonte di nutrimento. Questo comportamento è noto col nome di matrifagia. Sono solo due i generi presenti sul territorio italiano: il monospecifico Callobius claustrarius, per lo più limitato alle aree settentrionali della penisola, ed Amaurobius, presente con 12 specie su tutto il territorio, isole incluse.

Cheiracanthiidae

Cheiracanthiidae Cheiracanthium punctoriumSono circa 16 le specie presenti sul territorio italiano, tutte appartenenti al genere Cheiracanthium. Si tratta di ragni erranti ed arboricoli, di dimensioni medio-piccole (5-15 mm) e con abitudini prettamente notturne. La livrea è generalmente costituita da varie tonalità di giallo, mentre l’addome è spesso marcato da disegni più scuri soprattutto centralmente a livello del marchio cardiaco. In alcune specie, soprattutto tra le più grandi come C. punctorium, si possono apprezzare colorazioni vivaci tendenti al rosso nell’area cefalica e sui cheliceri. L’uso della tela è limitato alla costruzione degli ovisacchi, dei rifugi diurni temporanei e dei ripari per le fasi di muta. Frequentano tipicamente la vegetazione medio-bassa negli ambienti prativi, dove sono soliti costruire i propri vistosi sacchi sericei all’apice di specie erbacee o arbustive. Sono rinvenibili in varie tipologie ambientali diverse, dalla fascia retrodunale a quella montana e collinare, mentre alcune specie presentano anche tendenze sinantrope.

Anyphaenidae

Anyphaenidae AnyphaenaSono solo tre le specie di questa famiglia presenti sul nostro territorio, tutte appartenenti al genere Anyphaena. Si tratta di piccoli (4-9.5mm) ragni erranti arboricoli frequenti soprattutto sui tronchi delle specie arboree negli ambienti boschivi, ma anche sulle specie arbustive più grandi in ambienti più aperti. La colorazione di fondo è chiara, ma appare variegata e cosparsa da macchie più scure diffuse su tutto il corpo. Utile nell’identificazione di questi ragni è il disegno dorsale dell’addome, caratterizzato da quattro macchie scure adiacenti e di posizione centrale. Altro carattere diagnostico per questa famiglia è la posizione più avanzata dello stigma tracheale addominale, che si trova all’incirca a metà del ventre dell’opistosoma. Sono predatori notturni, agili e scattanti, in grado di predare un’ampia gamma di piccole prede diverse, sia volatili che non. La tela non viene utilizzata per la caccia, ma solo per la costruzione di bolle protettive temporanee ed ovisacchi.

Liocranidae

LiocranidaePiccola famiglia di ragni poco conosciuti, presente in Italia con 23 specie diverse e 9 generi, ampiamente diffuse sia sulla penisola che sulle isole. Si tratta di ragni erranti di piccole dimensioni (2-11mm) con aspetto poco caratteristico e livree costituite da varie tonalità di marrone. Presentano sia abitudini terricole che arboricole e frequentano, quindi, ambienti prativi e biotopi boschivi. Le loro dimensioni generalmente ridotte, l’aspetto e la colorazione poco appariscente ed il loro stile di vita notturno fan sì che questi ragni, pur essendo spesso abbondanti, risultino essere generalmente molto poco conosciuti. Una peculiarità di questa famiglia è costituita dagli ovisacchi caratteristici a forma di anfora costruiti sulla vegetazione dalle specie del genere Agroeca.

Clubionidae

Clubionidae ClubionaQuesta famiglia, ampiamente diffusa ovunque sul nostro territorio, viene rappresentata in Italia da 29 specie e 2 generi. Si tratta di ragni erranti di medie-piccole dimensioni (3-13mm) con abitudini prettamente notturne ed arboricole. L’addome è ricoperto da una fitta peluria, spesso lucida, e la colorazione varia tra tonalità di color crema a quelle di grigio argentato.  Alcune specie presentano disegni addominali, mentre le filiere sono evidenti ed hanno una caratteristica forma conica. La lunghezza del primo paio di zampe è inferiore rispetto a quella del quarto, e questo rappresenta un carattere facile da utilizzare per distinguere questa famiglia dai simili Cheiracanthiidae. Si tratta di ragni prevalentemente arboricoli, che frequentano però svariate tipologie ambientali diverse, da quelle boschive di vario tipo a quelle prative ed arbustive, mentre alcune specie si rinvengono esclusivamente sulla vegetazione ripariale. L’uso della tela è fortemente limitato e viene utilizzata esclusivamente per la costruzione dei rifugi diurni temporanei e degli ovisacchi.

Phrurolithidae

Un tempo parte della grande ed eterogenea famiglia dei Corinnidae, è oggi riconosciuta come famiglia distinta. In Italia sono solo 6 le specie e 2 generi, diffusi sia sul territorio peninsulare che sulle isole: Liophrurillus e Phrurolithus. Si tratta di ragni di piccole dimensioni (2-5mm) dall’aspetto tipicamente mirmecomorfo, con una livrea di fondo scura, spesso cosparsa da macchie più chiare. Si tratta perlopiù di piccoli ragni terricoli, rinvenibili, spesso in gran numero, in ambienti prativi e nel sottobosco. Tra le più comuni, soprattutto nelle aree a clima mediterraneo, vi è Liophrurillus flavitarsis.

Trachelidae

Anch’essa, un tempo raggruppata all’interno dei Corinnidae, è oggi riconosciuta come una famiglia di ragni a sé stante. Si presenta in Italia con 4 specie e 5 generi, tutte dall’aspetto generalmente simile caratterizzato da un prosoma scuro e robusto e da un addome corto e di colorazione simile o leggermente più chiara. Si tratta di cacciatori arboricoli non particolarmente comuni che frequentano principalmente i tronchi delle grandi specie arboree. L’uso della tela è limitato alla costruzione dei rifugi temporanei e degli ovisacchi. Si tratta di ragni generalmente piccoli (1.8-5mm), con la sola eccezione di Cetonana laticeps, la più frequente e grande delle quattro, che può raggiungere dimensioni corporee massime di 7-8mm.

Pisauridae

Pisauridae Pisaura mirabilisQuesta famiglia viene rappresentata in Italia da due generi e sei specie diverse di medie-grandi dimensioni (10-25mm). Il genere Pisaura è comune su tutto il territorio ed è solito frequentare la vegetazione medio bassa negli ambienti prativi e lungo i margini boschivi. Presenta un opistosoma lanceolato ed una colorazione variabile costituita da varie tonalità di marrone. Le due specie appartenenti al genere Dolomedes presentano una distribuzione a macchie di leopardo in quanto diffusi solo in determinati tipi di ambienti. Si tratta di ragni specializzati ad una vita semi-acquatica, di colorazione più scura e spesso caratterizzati da evidenti e chiare bande laterali. Frequentano zone paludose, foreste alluvionali ed altre aree contenenti stagni e laghi calmi, dove sono soliti cacciare sulla superficie dell’acqua insetti ed anche piccoli vertebrati acquatici. Le femmine di questa famiglia trasportano il loro ovisacco sferico con i propri cheliceri. Pochi giorni prima della schiusa questo viene fissato sotto ad una grande tela campaniforme protettiva, sulla quale la madre staziona fino alla fuoriuscita dei piccoli.

Lycosidae

Lycosidae Lycosa tarantulaGrande famiglia a livello mondiale, che in Italia si presenta con 150 specie divise in 15 generi, diffuse su tutto il territorio. Si tratta di ragni dalle dimensioni (2,5-30mm) ed abitudini estremamente varie, rinvenibili in un’ampia gamma di ambienti diversi. Frequentano principalmente ambienti prativi, a partire da quelli litorali e retrodunali fino ai pascoli alpini. Alcuni generi, come Pirata ed Arctosa, sono fortemente legati all’acqua e si possono rinvenire in ambienti paludosi, lungo le rive di laghi e fiumi ed anche lungo i litorali marini. Si tratta generalmente di predatori terricoli rapidi e potenti, dotati di una buona vista e per lo più erranti. Fanno da eccezione le grosse specie appartenenti al genere Lycosa, sedentarie e fossorie che vivono all’interno di tane profonde scavate verticalmente nel terreno. A causa dell’assenza di scopule tarsali, tutte presentano scarse capacità di arrampicamento e l’uso della tela è limitato. Sono tipiche di questa famiglia la disposizione oculare, caratterizzata dalla presenza di due occhi mediani posteriori decisamente più grandi degli altri, e le cure parentali particolarmente sviluppate. Le femmine attaccano il proprio ovisacco alle filiere e lo trasportano con sé fino alla schiusa. I neonati non abbandonano subito la madre, ma rimangono ammassati sul dorso del suo addome fino alla prima muta, che segna l’inizio del loro periodo di dispersione.

Zoropsidae

Zoropsidae Zoropsis spinimanaIn Italia sono segnalate soltanto 3 specie di medie-grandi dimensioni (10-20mm) appartenenti tutte al genere Zoropsis. Sono facilmente riconoscibili nonostante abbiano una morfologia generale simile ai Lycosidae, con zampe robuste e proporzionate, addome leggermente allungato, e colorazione marrone-giallastra. Il pattern cefalico, più chiaro e frastagliato, è caratteristico ed è un valido aiuto nell’identificazione. Sono abilissimi cacciatori arboricoli, molto veloci e potenti, che non utilizzano una ragnatela ma sfruttano invece la loro grande forza ed agilità, il senso dell’orientamento e la capacità di arrampicarsi anche su superfici lisce e verticali.  Sono soliti cacciare mosche, falene e altri insetti volanti, e si rinvengono molto comunemente nelle strutture urbane, nelle abitazioni, in special modo nelle ore serali e notturne. Nei mesi che precedono e seguono l’estate si possono trovare molti maschi erranti in cerca di una femmina oppure femmine mature a guardia dei loro vistosi ovisacchi.

Referenze

Pantini P., Isaia M. (2019). Araneae.it: the online Catalog of Italian spiders with addenda on other Arachnid Orders occurring in Italy (Arachnida: Araneae, Opiliones, Palpigradi, Pseudoscorpionida, Scorpiones, Solifugae). Fragmenta Entomologica, 51(2): 127-152. Online at www.araneae.it, accessed on {05-2020}.

Jocqué, R. and A. S. Dippenaar-Schoeman (2006). Spider Families of the World. Tervuren, Musée Royal de l’Afrique Central.

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