Tegenaria parietina (Agelenidae)

Approfondiamo la conoscenza di Tegenaria parietina, specie comunissima in Italia e frequente anche nelle nostra abitazioni! Un Agelenidae abilissimo nel tessere grandi drappi di seta.

Tempo di lettura: 17 minuti

A cura di Alessandro Kulczycki

Tegenaria parietina scheda di approfondimento

CLASSIFICAZIONE

Morfologia dei genitali di Tegenaria parietina
Genitali di Tegenaria parietina: a) epigino; b) embolo (Roberts 1995)

Famiglia: Agelenidae C. L. Koch, 1837

Olotipo: Nel 1785, il chimico francese Antoine-Francois de Fourcroy descrive Aranea parietina nella sua celebre opera Entomologia Parisiensis, uno dei contributi più importanti per l’entomologia sistematica. L’olotipo originale, un esemplare francese, è andato perduto nel tempo ed oggi non è più reperibile.

Derivatio nominis:Habitat angulos murorum, domestica”. Così Fourcroy descrive l’ambiente in cui trovò il suo esemplare. Ed è proprio da questo tipico ambiente, pareti e mura sia domestiche che non, che deriva il nome specifico di “parietina“. Il nome generico di Tegenaria, descritto da C.L. Koch nel 1837, invece, sta per ‘colui che fabbrica stuoie, coperte’ in riferimento alle grandi e tipiche tele a lenzuolo orizzontale che tessono tutti i rappresentanti di questo genere.

Cambi tassonomici: Nei primi anni dalla descrizione, Tegenaria parietina vive una storia tassonomica assai complicata. Viene inizialmente descritta come Aranea parietina e, dallo stesso Fourcroy, inavvertitamente ridescritta nello stesso lavoro anche come Aranea phalangioides. Nei decenni successivi, viene erroneamente ridescritta da diversi autori ben cinque volte: Tegenaria murina Walckenaer, 1805, T. saxatilis C.L.Koch, 1834, T. guyonii Guerin, 1837, T. intricata C.L. Koch 1840 e Tegenaria taprobanica Strand, 1907. Inoltre, nello stesso periodo viene più e più volte mal identificata e scambiata in svariati lavori con Tegenaria domestica (Clerck, 1757).

Tuttavia Aranea parietina passa al genere Tegenaria nel 1875, quando il celebre aracnologo francese Eugene Simon scrive la sua grande opera Les arachnides de Frances, revisionando gran parte dell’aracnofauna del suo Paese. Da lì in poi, la specie sarà sempre conosciuta come Tegenaria parietina.

Nomi comuni: Cardinal spider, Giant House Spider, Funnel Weaver.

DESCRIZIONE

Tegenaria parietina è un ragno di grosse dimensioni, la specie più grande del genere (Bolzern, Burckhardt & Hanggi 2013) e tra le più grandi dell’intera famiglia. Sia i maschi che le femmine possono raggiungere i 20mm di solo corpo. Una particolarità evidente di questa specie è la lunghezza relativa degli arti rispetto a quella del corpo, soprattutto nei maschi adulti. Questa specie, infatti, presenta un dimorfismo sessuale particolarmente accentuato, ed ancora più evidente rispetto a quello già presente nelle tante specie congeneriche. Zampe incluse, le grosse femmine con corporatura più robusta possono raggiungere i 9 cm di lunghezza totale mentre gli esili maschi più grandi possono addirittura sfiorare i 14 cm. Questa sorprendente misura rende i maschi di Tegenaria parietina i ragni più grandi d’Europa (Fig. 1,2).

Il rapporto tra la lunghezza degli arti e del cefalotorace è una caratteristica diagnostica di Tegenaria parietina, e ad esempio è utile per distinguerla facilmente da alcune specie simili anche durante gli stadi giovanili (Oxford & Merrett 2000). Curiosamente, le dimensioni degli esemplari di Tegenaria parietina sono estremamente variabili, ed è comune trovare individui adulti (sia maschi che femmine) vistosamente ben più piccoli delle dimensioni estreme sopracitate, anche all’interno della stessa popolazione.

Aspetto e colori

Di base, Tegenaria parietina si presenta con una livrea corporea marrone con tendenze al grigio, lunghe zampe più o meno annulate e ricoperte da una fine ma fitta peluria. Inoltre è caratterizzata da un prosoma con due bande centrali più scure e un opistosoma tondeggiante con un marchio cardiaco più chiaro contornato da macchie e chevron dello stesso colore.

Proprio come per le dimensioni, anche l’aspetto generale e la colorazione degli adulti può variare notevolmente anche all’interno della stessa popolazione (Bolzern, Burckhardt & Hanggi 2013), soprattutto nelle femmine (Fig. 3, 4). È molto comune, ad esempio, rinvenire individui sia con livrea chiara, annulazione delle zampe debole o impercettibile, e pattern addominale e prosomiale poco evidente, oppure con livrea generale molto più scura e contrastata, annulazioni degli arti evidenti, ed appariscenti pattern addominali.

I maschi di Tegenaria parietina presentano una corporatura ben più esile, zampe eccezionalmente lunghe e femori del primo e secondo paio di zampe vistosamente più scuri rispetto agli altri segmenti (Fig. 5). Il pattern addominale è simile a quello delle femmine, ma tuttavia soggetto a minor variabilità. Nonostante siano ragni entelegini, quindi con strutture copulatorie mobili e complesse, i palpi dei maschi sono alquanto affusolati e sottili, e poco evidenti sia negli individui maturi (Fig. 6), sia nei subadulti. Curiosamente, nonostante l’estremo dimorfismo esistente tra i due sessi, fino all’ultima muta maschi e femmine presentano una corporatura pressoché identica ed indistinguibile.

I giovani di questa specie presentano invece una colorazione di fondo ben più chiara, tendente al marroncino color crema. Di conseguenza, pattern e annulazioni degli arti possono apparire più evidenti e vistosi durante le fasi giovanili di accrescimento rispetto a quelle finali di maturità (Fig. 7, 8).

DISTRIBUZIONE E HABITAT

Habitat naturale di Tegenaria parietina
Fig. 9 – Habitat naturale di Tegenaria parietina (Foto di L. Lenzini)

Tegenaria parietina ha un ampio areale di distribuzione all’interno della regione paleartica. La specie è infatti presente e diffusa in Europa centrale e meridionale, nel sud del Regno Unito, attorno a tutto il bacino del mediterraneo, in Nord Africa, in Medio Oriente ed in alcune regioni occidentali dell’Asia Centrale. Viene anche segnalata in Sud Africa ed in alcune aree circoscritte delle isole caraibiche e del Sud America (rispettivamente Giamaica e Argentina, Uruguay e Paraguay), zone molto lontane dal suo areale di distribuzione naturale in cui la specie è stata presumibilmente introdotta e segnalata negli anni. In Italia, questa specie è comune e diffusa da nord a sud su tutta la penisola e su entrambe le isole maggiori. Le vistose dimensioni e le abitudini sinantropiche rendono sicuramente questa specie la Tegenaria più comune, più avvistata e più segnalata del nostro paese.

Habitat antropico di Tegenaria parietina
Fig. 10 – Habitat antropico di Tegenaria parietina (Foto di L. Lenzini)

In natura, Tegenaria parietina frequenta ambienti freschi, bui, umidi e spaziosi, dove ha modo di costruire indisturbata le sue enormi tele a drappo. Ha tendenze troglofile ed è molto comune nei pressi e all’interno di grotte e caverne, in particolar modo all’entrata e nelle aree iniziali dei sistemi cavernicoli. È frequente anche al di fuori di questi, ad esempio tra fenditure, crepacci e incavi di scarpate, pareti rocciose e mura naturali (Fig. 9).

Questa specie non si limita solo agli ambienti naturali. È infatti un ragno con forti tendenze sinantropiche, estremamente frequente in una vasta gamma di microambienti urbani e semi-urbani diversi: cantine e seminterrati, stalle e legnaie, casali di campagna, edifici abbandonati, vecchi ruderi e strutture fatiscenti, chiese, catacombe e gallerie sotterranee per citarne solo alcuni (Fig. 10).

Se vuoi conoscere i ragni più comuni delle abitazioni, leggi questo nostro approfondimento –> I RAGNI DELLE ABITAZIONI

 

ETOLOGIA

Abitudini

Gli esemplari di Tegenaria parietina sono ragni comuni che frequentano un’ampia gamma di ambienti diversi, sia naturali che antropici. La loro presenza non passa inosservata, non soltanto per le loro dimensioni ma per le enormi tele a drappo che cospargono l’habitat che popolano.

Tegenaria parietina tela a drappo con riparo tubolare
Fig. 11 – Tegenaria parietina nella sua tipica tela a drappo. Nell’angolo si può vedere il riparo tubolare. (Foto di L. Lenzini)

La tela di questa specie è costituita a partire da un rifugio tubolare laterale aperto alle due estremità, ben fissato in un angolo di una parete, dal quale si propaga verso l’esterno un ampio lenzuolo orizzontale (Fig. 11). Come per tutti gli Agelenidae, questo grande lenzuolo sericeo, costruito sin dal primissimo stadio di sviluppo, ha molteplici funzioni, tutte assolutamente essenziali per la vita del ragno.
È, in primo luogo, una vera e propria propagazione verso il mondo esterno del sistema sensoriale del ragno, utile quindi a percepire cosa sta succedendo intorno a lui. Ha inoltre importanti funzioni protettive, garantendo al ragno una robusta barriera naturale contro gran parte dei predatori. È in aggiunta fondamentale durante l’accoppiamento e nelle fasi iniziali del corteggiamento, quando diventa un vero e proprio mezzo di comunicazione tra i due sessi. Ma è soprattutto essenziale durante la caccia e la cattura delle prede.

Uso della tela a drappo

Tipici drappi di tela di Tegenaria parietina in una finestra
Finestra ricoperta di drappi di tela di Tegenaria parietina (Foto di A. Paolino)

Tuttavia, la funzione della tela non è catturante nel vero senso della parola. 

Nessuna sua area infatti presenta caratteristiche adesive ed intrappolanti. Di conseguenza la sua funzione è limitata al semplice rallentamento meccanico della locomozione della preda, impedendo al malcapitato artropode di turno che vi cade sopra di muoversi con facilità e rapidità.

Il ragno staziona in agguato, immobile, all’imboccatura dell’ingresso tubolare, con gli arti estesi verso il lenzuolo esterno pronti a captare la più minima vibrazione (Fig. 12). Quando una preda cade nella tela, la Tegenaria parietina scatta con rapidità fulminea ed enorme facilità di movimento sulla propria seta. Una volta raggiunta la preda, la morde per paralizzarla e la trascina in pochi secondi all’interno dell’imbuto dove consumerà il pasto (Fig. 13). Oltre alla velocità di spostamento, è sorprendente l’incredibile capacità orientativa del ragno, in grado di percepire e riconoscere pressoché istantaneamente l’esatta posizione della preda su una superficie di tela che può essere molto ampia.

Tegenaria parietina si nutre regolarmente di un’ampia gamma di artropodi diversi, non essendo la sua tela particolarmente selettiva verso una particolare tipologia di preda. Salvo poche eccezioni, come insetti tossici o eccessivamente coriacei che vengono prontamente ignorati una volta identificati come tali, è in grado di sopraffare e predare gran parte degli insetti ed artropodi che accidentalmente cadono sulla sua tela, sia volanti che non.

Fenologia

Tegenaria parietina è un ragno con ciclo biennale e di conseguenza è rinvenibile nei suoi vari stadi di maturità durante tutto l’anno.

I maschi raggiungono la maturità sessuale generalmente durante la seconda metà dell’estate, periodo in cui abbandonano la loro tela per cercare femmine adulte. È proprio in questo periodo che è comune rinvenirli mentre errano in luoghi insoliti delle nostre case, lontano dai loro rifugi, spesso intrappolati in luoghi come vasche da bagno e lavandini. Da adulti, i maschi vivranno solo pochi mesi e moriranno prima dell’inizio dell’inverno, dopo l’accoppiamento.

Analogamente, le femmine maturano durante il corso dell’estate e si accoppiano generalmente tra fine agosto ed ottobre. Tuttavia queste svernano per poi deporre le uova svariati mesi dopo l’accoppiamento, in primavera (Fig. 14). Moriranno poco dopo, generalmente agli inizi della stagione estiva successiva a quella dell’accoppiamento.

Gli ovisacchi generalmente schiudono durante il corso della stagione primaverile. Gli oltre 100 piccolissimi sling (Fig. 15, 16) si disperderanno poco dopo. Ognuno andrà a trovare nicchie e posizioni idonee in cui costruire la loro primissima e, per ora, minuscola tela a lenzuolo (Fig. 17). Questi giovani impiegheranno circa un anno per raggiungere la maturità. Continueranno a crescere durante il corso dell’estate e dell’autunno, sverneranno generalmente a metà del loro ciclo di accrescimento, e riprenderanno lo sviluppo in primavera fino alla maturità sessuale, raggiunta sia dai maschi che dalle femmine durante il corso della loro seconda estate di vita.

Nel corso dell’anno vi sono, quindi, più generazioni sovrapposte:
– durante l’estate si rinvengono sia piccoli giovani nati in primavera, sia esemplari adulti e subadulti alla loro seconda (e ultima) estate.
– similmente, durante la stagione invernale, sverneranno sia femmine adulte gravide accoppiate nei mesi precedenti (al loro secondo inverno), sia giovani nati in primavera, cresciuti in estate, che andranno ad affrontare, da immaturi, la loro prima stagione fredda.

Riproduzione - In cerca di una femmina

Una volta adulti, i maschi maturi di Tegenaria parietina abbandonano la protezione e la sicurezza della propria tela e diventano erranti. Questo periodo chiave della loro vita inizia verso fine estate, tra agosto e settembre, e si protrae generalmente fino all’autunno, stagione in cui i maschi adulti terminano il loro ciclo vitale. Durante questo periodo sfrutteranno ripari e rifugi temporanei e si alimenteranno solo occasionalmente. Questo perché il loro unico obiettivo sarà quello di individuare ed accoppiarsi con quante più femmine possibili.

L’accoppiamento di Tegenaria parietina non presenta particolari differenze da quello tipico della gran parte degli Agelenidae. La grande tela a lenzuolo su cui vivono le femmine adulte, oltre ad essere il mezzo attraverso cui cacciano le loro prede, rappresenta anche un fondamentale strumento di comunicazione sensoriale durante il corteggiamento.

Riproduzione - Il corteggiamento e l'accoppiamento

Una volta individuata la tela di una femmina, la preoccupazione principale del maschio è, prima di tutto, quella di farsi riconoscere come corteggiatore e non come una potenziale preda. Una volta scongiurato questo pericolo, inizia il vero e proprio corteggiamento. In entrambe le fasi, il maschio tamburella ritmicamente ed insistentemente la superficie della tela utilizzando i propri pedipalpi, inviando vibrazioni ben specifiche alla femmina che, nel suo rifugio tubolare, rimane immobile in “ascolto”. Partendo dai margini del grande lenzuolo, il maschio si avvicina lentamente e gradualmente all’ingresso dell’imbuto, non cessando mai di tamburellare il lenzuolo su cui giace. La femmina, nei casi di tranquilla impassibilità, dimostra la sua recettività e la sua predisposizione (Fig. 18, 19).

Le lunghissime zampe anteriori del maschio sono il primo punto di contatto tra la coppia. Una volta instaurato il primo contatto fisico, il maschio procede rapidamente al vero e proprio processo di copula. È in questa fase che, utilizzando la struttura complessa e mobile dei suoi palpi, inserirà alternatamente entrambi gli emboli nell’epigino della femmina, iniettando il liquido seminale e portando a buon fine la fecondazione.

L’intero processo, che da inizio corteggiamento a fine copula può durare diverse ore, è al quanto pacifico. Reazioni violente ed ostili da parte della femmina sono poco frequenti e limitate il più delle volte a semplici gesti di disinteresse. Forme di cannibalismo sono invece eccezionalmente rare. Al contrario, la coppia dimostra un notevole livello di tolleranza reciproca e anzi, in alcune occasioni maschio e femmina possono convivere anche per qualche giornata nella stessa tela.

Pericolosità

Al di là del suo aspetto che può risultare poco rassicurante, tra dimensioni ragguardevoli, peluria e rapidità dei movimenti, Tegenaria parietina è una specie estremamente schiva e fugace, raramente mordace anche se messa alle strette, e dal veleno estremamente blando. Basta anche un minimo disturbo per far rifugiare fulmineamente il ragno nell’imbuto tubolare. Al di fuori di essa, il ragno appare spaesato ed estremamente propenso a trovare un riparo il prima possibile. Tegenaria parietina è quindi un ragno del tutto innocuo, da non considerare in alcun modo pericoloso per l’uomo ma anzi, un utilissimo coinquilino di casa.

Se vuoi scoprire di più sui ragni di interesse medico presenti in Italia, leggi questo nostro approfondimento –>IL VELENO DEI RAGNI ITALIANI

ALLEVAMENTO

Le sue grandi dimensioni, la scarsa aggressività, la facile reperibilità, l’appariscente tela ed attività predatoria, l’adattabilità generale e l’inabilità di scalare le superfici lisce sono solo alcune caratteristiche che rendono Tegenaria parietina una delle specie nostrane più adatte per chi vuole iniziare ad allevare e studiare ragni. È tuttavia una interessante specie locale che saprà dare grandi soddisfazioni non solo ai neofiti ma anche agli allevatori più esperti.

L’allevamento di questa specie è facile e basilare. Il fatto che sia un ragno con forti tendenze sinantrope è evidenziato anche dalla facilità con il quale si riesce a adattare alle condizioni di cattività. 

L’unica reale accortezza da tenere a mente sarà lo spazio da fornire nella sua stabulazione. Tegenaria parietina è infatti non solo un ragno che raggiunge dimensioni ragguardevoli, ma è anche un grande tessitore che costruisce enormi tele a drappo. In natura, queste tele possono superare i 60 cm di larghezza nel punto di massima espansione del lenzuolo. Nonostante si riesca ugualmente ad adattare a spazi più ristretti, in cattività è consigliabile fornire contenitori di grandi dimensioni sia e soprattutto in lunghezza, ma anche in altezza. Inoltre, non potendo scalare superfici lisce a causa dell’assenza di scopule tarsali, sarà fondamentale allestire la teca con qualche oggetto inclinato da poggiare lungo le pareti (come cortecce, rami). Queste consentiranno al ragno, nelle fasi iniziali di stabulazione, di salire verticalmente e faciliteranno la costruzione iniziale del suo rifugio tubolare.

Allevare esemplari immaturi o femmine adulte?

È importante distinguere l’allevamento di esemplari immaturi da quello delle femmine adulte.
In generale, dopo esser stati raccolti e prelevati dalla loro tela naturale, i giovani ed i subadulti sono innegabilmente più rapidi e propensi ad adattarsi alle condizioni di cattività. Spesso basta anche una sola nottata per osservare immediatamente l’abbozzo iniziale della nuova tela. Le grandi femmine adulte, invece, possono andare incontro a maggiori difficoltà quando raccolte e prelevate dalle loro enormi tele naturali e stabulate in uno spazio artificiale per loro del tutto nuovo. Nonostante le tempistiche varino sia da esemplare ad esemplare e sia, soprattutto, con l’età della femmina adulta in questione, alcuni individui possono impiegare molto tempo prima di ricreare quanto osservato in natura, altri possono non riuscirci mai. In generale, è quindi consigliabile cercare di raccogliere ed allevare giovani ed immaturi più che le grandi femmine mature.

Nutrire Tegenaria parietina

Tegenaria parietina è un ragno dal metabolismo lento e, generalmente, non necessita di particolari attenzioni da un punto di vista alimentare. Perciò gli adulti possono essere nutriti anche una volta ogni 2-3 settimane mentre gli immaturi andranno nutriti con maggior frequenza, anche 1-2 volte a settimana. Ovviamente, questa periodicità dipende direttamente dalle dimensioni delle prede che vengono fornite. Come per qualsiasi altra specie, basterà tenere d’occhio lo stato di turgore dell’addome per valutare se aumentare o ridurre questa frequenza. Per quanto riguarda il fabbisogno d’acqua, un ragno ben alimentato non necessita di un ulteriore apporto idrico. Tuttavia, essendo una specie che frequenta naturalmente ambienti umidi (come grotte e cantine), è consigliabile nebulizzare leggermente la tela 1 volta ogni 10-15 giorni.

Tegenaria parietina è una specie locale quindi non sarà necessaria alcuna forma di riscaldamento artificiale. Ai fini di una maggiore longevità è infatti consigliabile lasciarla soggetta alla nostra stagionalità naturale.

APPROFONDIMENTI

Aracnofobia

Tegenaria parietina è un simbolo dell'aracnofobia
Fig. 20 – Tegenaria parietina è lo stereotipo del ragno che suscita l’aracnofobia. Incubo a otto zampe!

Tegenaria parietina è un ragno che nel suo complesso raggruppa gran parte di quelle caratteristiche che, nell’immaginario collettivo, più terrorizzano chi è aracnofobo (Fig. 20).

La velocità con la quale si muove, le abitudini sinantrope, le grosse dimensioni e le lunghe zampe pelose, danno a questa specie un aspetto poco rassicurante per chi non ha familiarità con il mondo dei ragni. Come per le altre grosse specie appartenenti a questo genere, rappresenta lo stereotipo del vero e proprio “incubo a otto zampe” per gli aracnofobi, soprattutto quando vedono sfrecciare uno dei grandi maschi erranti per casa!

Ovviamente, come abbiamo già detto, non vi è alcun motivo per avere paura di Tegenaria parietina. Sono ragni abbastanza schivi, che vivono sempre al riparo nel proprio angolino e che, se disturbati, tendono a scappare più velocemente possibile. Il loro veleno poi è del tutto innocuo per l’uomo. 

Approfittiamo per ricordare che l’Aracnofobia è una paura che può essere affrontata e risolta abbastanza facilmente. Se vuoi saperne di può visita la nostra pagina dedicata -> L’ARACNOFOBIA

Le altre specie di Tegenaria in Italia

Tegenaria parietina è solo una di 20 specie distribuite sul territorio italiano. Di queste tre sono endemismi sardi, una è endemica della Sicilia (Nentwig et al., 2016; Pantini & Isaia, 2016). A distinguerla dalle restanti 19 è prima di tutto la dimensione corporea, essendo di gran lunga la specie più grande del genere. Solo Tegenaria ferruginea può sovrapporsi per dimensione ma rimane comunque in media leggermente più piccola, presenta una livrea ben diversa ed una corporatura più tozza con zampe proporzionalmente più corte.

La maggior parte delle restanti Tegenaria è rappresentata da specie medio piccole con livree simili caratterizzate da chevron e pattern addominali, bande prosomiali e zampe vistosamente annulate.

Tegenaria dalmatica (Fig. 21, 22) e Tegenaria hasperi (Fig. 23, 24) sono solo due esempi di specie tipiche dell’Europa meridionale e mediterranea, diffuse ampiamente sulla nostra penisola.

Tegenaria silvestris (Fig. 25, 26) è invece tra gli Agelenidae più comuni dell’Europa centro settentrionale, facilmente rinvenibile anche da noi da nord a sud, soprattutto negli ambienti più umidi e freschi: tra le foglie ed i tronchi marcescenti del sottobosco, nelle fenditure di pareti rocciose ombreggiate o all’ingresso delle caverne, dove è possibile trovarla in pacifica convivenza proprio con Tegenaria parietina.

Tegenaria domestica habitus della femmina
Fig. 27 – Habitus di una femmina di Tegenaria domestica

Infine, Tegenaria domestica, la specie-tipo del genere, la prima ad essere descritta nel 1757 (Fig. 27). Un ragno con una lunghissima storia tassonomica, sovente mal identificata con altre specie ed un nome spesso erroneamente utilizzato per identificare qualsiasi Agelenidae rinvenuto in ambito domestico. Questa è una specie con diffusione paleartica estremamente ampia, dall’Europa occidentale all’Estremo Oriente, dalla Scandinavia al Nord Africa. Oggi è stata introdotta in Australia, in Nuova Zelanda, nelle Americhe ed in Africa meridionale, ed è quindi pressoché cosmopolita.

Il complesso Tegenaria-Aterigena-Eratigena

Il genere Tegenaria ha una storia sistematica lunga e complessa.

Nel 2010 la creazione del nuovo genere Aterigena, ben supportato da caratteristiche morfologiche e molecolari (Bolzern, Hanggi & Burckhardt 2010), ha avviato un lungo lavoro tassonomico che con ingenti sviluppi nei successivi anni, chiarisce i rapporti sistematici presenti all’interno di quell’enorme complesso di specie storicamente sempre associato interamente al genere Tegenaria.

Quattro delle cinque specie di Aterigena sono presenti sul nostro territorio, e Aterigena ligurica (Fig. 28, 29) è sicuramente la più comune con la più ampia diffusione sulla penisola: un grosso ragno con livrea molto caratteristica, rinvenibile in ambienti naturali come boschi e faggete.

Nel 2013, utilizzando sempre la stessa metodologia scientifica, un vero e proprio “terremoto” tassonomico ha visto l’istituzione di un nuovo genere, Eratigena (Bolzern, Burckhardt & Hanggi 2013). Al suo interno, vengono inserite molte specie, tra cui tutte quelle grosse specie centro-nordeuropee comuni in ambito domestico, da sempre associate al nome Tegenaria, sia da tassonomi ma anche da semplici appassionati e comuni cittadini.

Prima fra tutte Eratigena atrica (insieme alle “gemelle” Eratigena saeva ed Eratigena duellica), l’Agelenidae sinantropo più comune dell’Europa centro-settentrionale (Fig. 30, 31). Un grosso ragno paragonabile in dimensioni corporea a Tegenaria parietina che, mentre in Europa è diffuso pressoché ovunque, nella nostra penisola oltrepassa di poco l’arco alpino, limitando la propria presenza solo ad alcune aree del nord Italia.

Eratigena agrestis (Fig. 32) è invece un altro grosso Agelenidae, pressoché assente dall’ambito domestico, e diffuso esclusivamente in ambienti naturali. Al contrario di molte specie simili di Agelenidae, che tendono a privilegiare ambienti più umidi ed ombreggiati, Eratigena agrestis predilige aree calde ed assolate, come terreni brulli, pietraie, praterie ed altri simili ambienti prativi xerici, dove è comune da rinvenire sotto massi e sassi.

Eratigena agrestis habitus della femmina
Fig. 32 – Habitus di Eratigena agrestis

In totale, sono sette le specie di Eratigena presenti sul territorio italiano, quattro di queste sono veri e propri endemismi italiani. Tra queste spicca Eratigena vomeroi, una grossa specie di dimensioni simili a Eratigena atrica e Tegenaria  parietina, presente esclusivamente in Italia meridionale.

A livello prettamente tassonomico, le differenze tra Tegenaria ed Eratigena non sono visibili ad occhio nudo: piccoli caratteri morfologici e differenze molecolari. Tuttavia, alcuni caratteri macroscopici sono utili a distinguere i due generi anche ad occhio nudo.
I ragni del genere Eratigena sono generalmente più tozzi, pattern ridotti o più semplici, spesso limitati a semplici chevron addominali. In aggiunta hanno cheliceri più forti e prominenti, una corporatura più robusta, zampe relativamente più corte e pressoché mai vistosamente anulate.

REFERENZE

Bolzern, A., Burckhardt, D. & Hänggi, A. (2013). Phylogeny and taxonomy of European funnel-web spiders of the Tegenaria-Malthonica complex (Araneae: Agelenidae) based upon morphological and molecular data. Zoological Journal of the Linnean Society 168(4): 723-848.

Bolzern, A., Hänggi, A. & Burckhardt, D. (2010). Aterigena, a new genus of funnel-web spider, shedding some light on the Tegenaria-Malthonica problem (Araneae: Agelenidae). Journal of Arachnology 38(2): 162-182.

Oxford, G. & Merrett, P. (2000). Tegenaria ferruginea (Panzer) in Britain, and differences from T. parietina (Fourcroy) (Araneae: Agelenidae). Bulletin of the British Arachnological Society 11: 331-334.

Nentwig W., Blick T., Gloor D., Hänggi A., Kropf C. (2016). Spiders of Europe. www.araneae.unibe.ch. Version 10.2016

Pantini P. & Isaia M. (2016). Checklist of Italian spiders. Version April 2016. http://www.museoscienzebergamo.it

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